Stefano Giannini presenta la sua proposta sull’Ambiente: riportiamo la Politica al centro

“Apprendiamo dalla stampa che alla seduta del Consiglio Comunale scorso, fondamentale per la discussione dei piani integrati, i consiglieri non si sono presentati. Tale episodio conferma l’inutilità del tentativo di Moscherini di azzerare la giunta e di nominare nuovi assessori a due mesi dalle amministrative e costituisce l’ennesima prova di quanto questo governo sia ormai caratterizzato solo da caos. Ebbene, in questa situazione di confusione e di nulla assoluto, noi vorremmo riporta la politica al centro.”

Appuntamento importante sabato 3 marzo ore 17:00, presso la sala del dopolavoro ferroviario DLF, per tutti i cittadini che sono stanchi di vedere una Civitavecchia ammalata e soffocata da decisioni sbagliate.

In quella data Stefano Giannini, candidato al Consiglio Comunale per il Partito Democratico, presenterà la sua proposta sull’ambiente. Questo evento è solo la prima tappa di un cammino, lungo il quale Stefano Giannini esporrà alla città tutti i progetti e le iniziative politiche del suo programma. Un percorso che avrà il suo incipit dalla minuziosa analisi di tutte le criticità in questione; ovvero qualità dell’aria, acqua, cementificazione del territorio, gestione dei rifiuti ed energia fino ad arrivare alla presentazione di proposte concrete e fattibili per il territorio locale.

“Il concetto chiave è saper trasformare i rifiuti in risorse. Tutelare e promuovere l’ambiente significa offrire a tutti un futuro migliore, una Civitavecchia 2020 sostenuta e sostenibile – prosegue il candidato – è possibile solamente preservando l’ambiente in cui si vive”.

Stefano Giannini – Segretario dei Giovani Democratici e Candidato al Consiglio Comunale per il Partito Democratico


Ma Moscherini si “Rende Conto” ?

Come disse una volta il grande Groucho Marx “La commedia non mi è piaciuta, però l’ho vista in condizioni sfavorevoli: il sipario era alzato.”

Moscherini alza il sipario della sua prossima campagna elettorale con rendOConto (simpatica l’idea dell’Ottimo Consiglio al centro a onor del vero), patinatissimo volume dagli scarsi contenuti, ma d’altronde per descrivere i cinque anni di questa amministrazione sarebbe bastato un foglio (magari bianco!) scarabocchiato: poche idee ma confuse.

Un libro con molte foto, per poche cose, alcune inventate come il presunto risanamento che mostra un grafico di andamento del debito in cui l’indice si impenna dal 2008  (il sindaco riveda i suoi rapporti con chi gli fa il materiale informativo o con chi gli fa il bilancio a questo punto).

Moscherini poteva limitarsi ad una più contenuta conferenza stampa, tipo quella di chiusura 2009 (prontamente rimossa dal canale istituzionale del comune) in cui a fronte di due anni di nulla ripeteva la favoletta che ora sembra rispolverare “due anni e mezzo di risanamento e per gettare le basi, ma vedrete i prossimi due anni e mezzo..” li abbiamo visti, e li ha visti anche lui, talmente bene che dopo cinque anni ripropone la stessa ricetta “i primi cinque anni di risanamento, ma i prossimi cinque anni vedrete..”.

No grazie, abbiamo già dato.

Il sindaco uscente poteva anche fare un’incontro pubblico, ma poi se fossero di nuovo partite le bordate dei fischi sarebbe stato complicato sguinzagliare di nuovo i suoi portaborse a dire che erano fischi organizzati dall’opposizione cattiva cattiva.

Allora forse è più onesto così, un libro pieno di immagini e con pochi contenuti, così pochi che il sindaco avrebbe anche potuto aggiungere quanto effettivamente questo regalo è costato ai portafogli dei civitavecchiesi. Ma del resto tacere sui conti comunali è uno dei contenuti tipici dell’amministrazione Moscherini.

Mancava solo questo per completare il nuovo best seller: “la vera storia di Giovanni Moscherini a Palazzo del Pincio”.

Stefano Giannini – Segretario dei Giovani Democratici e Candidato al Consiglio Comunale per il Partito Democratico

“Bisogna sostituire Qualità alla precarietà”

In un periodo di professori al Governo la Politica deve prendersi il tempo per interrogarsi sul mondo del lavoro senza esclusioni.

Questo non è un governo che ha il mandato per fare delle riforme senza la coesione sociale. Parlare quindi di mercato del lavoro, in un Paese in cui di lavoro si continua a morire, suonerebbe anacronistico suona anche come miracolistico pensare ad una panacea in tasca a qualcuno.

Questo è un Paese che non si indigna più, che è stato affamato nel tempo e neanche se ne è accorto: oppresso dalla precarizzazione del lavoro che oggi potremmo, definire come una classe sociale, una forma organizzativa da studiare, e trovare in questo un punto sui cui dividerci, di più, “precarietà” è diventata una parabola della vita di intere generazioni.

A dieci anni dall’introduzione della flessibilità del lavoro possiamo affermare che non si è trattato di un errore facilmente superabile, ma di una vera e propria malattia cronica di cui il mercato del lavoro è saturo e non può fare a meno.

L’effetto del morbo è un Paese  in cui il 30% dei suoi disoccupati ha meno di 35 anni e da tempo hanno rinunciato a cercare un impiego!

E’ Paese che investe poco e male nella scuola, università e ricerca, che continua a puntare su settori a basso contenuto tecnologico e labour intensive e non attrae investimenti esteri, non facilita il raccordo fra sistema educativo e il mondo del lavoro finendo per allungare a dismisura il numero degli anni trascorsi dalla fine degli studi all’occupazione.

E’ un paese che si interroga se abolire o meno l`art. 18, poi si dirà che la compensazione monetaria va ridotta, e così si ritroverà con delle condizioni lavorative al ribasso da fare gola a una certa globalizzazione colonialista e vorace come i paesi in via di sviluppo.

I diritti e le salvaguardie sul lavoro non sono una risorsa finita che deve essere ridistribuita tra chi ne ha di più e chi non ne ha mai avuti: non serve dire che in questo modo si otterranno maggiori posti di lavoro se non si corrispondono interventi a sostegno della crescita e della flex security.

Non è possibile pensare che licenziando e riassumendo il lavoratore il conto riparta da zero.

Per competere col resto del mondo abbiamo bisogno di un aumento di produttività che non può basarsi sulla flessibilità ma sul suo opposto: rapporti di lunga durata attraverso i quali il lavoratore raggiunge l’esperienza ed il know-how necessario.

Bisogna sostituire qualità alla precarietà.

Stefano Giannini – Segretario dei Giovani Democratici e Candidato al Consiglio Comunale per il Partito Democratico

Cento giovani per Giannini

Il Segretario dei Giovani Democratici apre la campagna elettorale da consigliere comunale

“ Un grande successo: ragazze, ragazzi e cittadini di tutte le età mossi dalla voglia di cambiare una volta per tutte Civitavecchia.” Questo il commento a caldo del determinato Segretario dei Giovani Democratici, Stefano Giannini, che ieri ha aperto la sua campagna elettorale da consigliere comunale con un allegro e applaudito aperitivo dove hanno suonato Gabriel Maurelli e Gloria Tricamo in versione unplugged. Quello di Giannini è stato un intervento conciso e basato su cinque fondamentali: lavoro e sviluppo, ambiente, welfare e servizi, open government. Il tutto spinto dal motore propulsivo delle idee dei giovani e dalla volontà del cambiamento trasparente.
Il candidato si sofferma sulla fattibilità di un programma che deve fare necessariamente i conti con un debito comunale enorme e con le casse vuote, quindi idee concrete, economiche ed ecosostenibili. Supportato da un folto gruppo di studenti ed ex studenti specializzati in ambiti diversi, Giannini espone ordinatamente un mix di informatizzazione sistematica della macchina amministrativa e una forma di sviluppo basata sulla green economy.
Soddisfatti anche gli esponenti dei Giovani democratici e dell’Associazione “25 Aprile” che all’unanimità sostengono il loro candidato: “Finalmente una faccia nuova, finalmente una faccia onesta e finalmente la politica vicina ai problemi delle persone normali che si possono confrontare e dire la propria tranquillamente”.
Giannini ha chiuso con una provocazione “ Se siamo riusciti a raggiungere tutta questa curiosità e partecipazione intorno a un evento realizzato senza fondi oltre a quelli per le patatine, pensate cosa riusciremo a fare al governo di questa città”.

Giovani Democratici di Civitavecchia